Con l’avanzamento delle neuroscienze cognitive e della ricerca neuropsicologica, il campo della neurobiologia del linguaggio è a un bivio rispetto alle sue teorie di inquadramento., La tesi centrale di questo articolo è che il principale modello di inquadramento storico, il classico modello “Wernicke-Lichtheim-Geschwind”, e la terminologia associata, non è più adeguato per le indagini contemporanee sulla neurobiologia del linguaggio. Sosteniamo che il modello classico (1) si basa su un’anatomia cerebrale obsoleta; (2) non rappresenta adeguatamente la connettività distribuita rilevante per il linguaggio, (3) offre una prospettiva modulare e “centrica del linguaggio” e (4) si concentra sulle strutture corticali, per la maggior parte tralasciando le regioni sottocorticali e le connessioni pertinenti., Per fare il nostro caso, discutiamo la questione della specificità anatomica con un focus sull’uso contemporaneo dei termini “Area di Broca e Wernicke”, inclusi i risultati di un’indagine condotta all’interno della comunità di neurobiologia linguistica. Dimostriamo che non esiste una definizione anatomica coerente di “Aree di Broca e Wernicke” e proponiamo di sostituire questi termini con definizioni anatomiche più precise., Illustriamo la natura distribuita del connettoma del linguaggio, che si estende ben oltre la nozione a singolo percorso di connettività a fascicolo arcuato stabilita nella versione di Geschwind del Modello Classico. Illustrando la definizione confusione “di Broca e di Wernicke aree”, e illustrando la difficoltà di integrare la letteratura emergente su perisilviana materia bianca connettività in questo modello, speriamo di esporre i limiti del modello, sostengono la sua obsolescenza, e suggerire un percorso in avanti nella definizione di una sostituzione.

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